La dimensione paradossale del pensiero (parte seconda). Il senso dell’analisi. La vertigine della superficie
Abstract
L’autore avanza l’ipotesi che alla base della dimensione paradossale del pensiero vi sia una esperienza che di fatto è paradossale, per cui paradosso e senso, diventano due facce del comprendere stesso. L’autore mostra come il lavoro di Corrao permetta di comprendere i vorticosi passaggi necessari a dare un nuovo statuto scientifico alla psicoanalisi, che con Freud aveva abolito la contrapposizione normale/patologico e che con Bion si appresta ad accogliere l’epistemologia contemporanea per superare l’inadeguatezza della scienza positivista a studiare la vita nel suo prodursi e cambiamento. Corrao sottolinea come il senso si formi nel campo complesso di interazione che fonda l’intersoggettività e nasce dal non senso. L’evento percipiente, diventa la base del processo di significazione. Il senso è ciò che è espresso dalla proposizione, senza mai essere detto dalla proposizione. Il senso come effetto di superficie non è traccia di qualcosa di assente, né della profondità, ma è effetto del non-senso, che proviene dall’istanza paradossale, sempre spostata, dell’io decentrato, dissolto in mille eventi di superficie.